La Cappella - Residenza di Campagna, oggi é una residenza di pregio per la clientela che ama trascorrere una o più settimane di completo relax nel comfort moderno godendo dell'atmosfera socio-culturale racchiusa in questa tipica e unica parte della campagna senese.

La Cappella di Montesiepi è immersa nel verde della campagna senese, al culmine della collina di Montesiepi, collina che nelle guide turistiche é enfaticamente descritta come la "collina del sole", in una posizione assolutamente privilegiata anche per una regione quale la Toscana, ricca di scenari panoramici. L'edificio é addossato all'Eremo di Montesiepi dove la leggenda vuole che Galgano Guidotti, cavaliere locale, in un impeto di redenzione. conficcò la spada nella roccia, spada che ancora oggi trovasi nell'identica posizione all'interno della Chiesa e così dalla fine del secolo XII. L'arrivo dei monaci da Clairvaux e il contemporaneo ingresso nel monastero di molti nobili senesi, che presero l'abito cistercense, evidenziò la carenza di ricettività del monastero e l'esigenza di disporne di uno adeguato ad ospitare la cresciuta comunità.

La costruzione nel 1250 c. dell'Abbazia di San Galgano, monumento gotico di eccezionale fattura architettonica, consentì la costruzione di un più adeguato e confortevole convento vicino alla stessa, scelta suggerita anche dalla vicinanza di un corso d'acqua per l'approvvigionamento idrico. Si ebbe per conseguenza il completo trasferimento a valle dei frati e il progressivo declino del vecchio convento dopo circa due secoli d'uso. Purtuttavia anche nei primi secoli successivi, l'uso del vecchio monastero non venne meno alla sua funzione ricettiva al servizio dell'ordine religioso. Difatti, i pellegrini che percorrevano la via Francigena, trovavano ospitalità presso i frati nel vecchio convento, prima di riprendere il cammino.

Nei secoli successivi il declino, dovuto alle vicende politiche e ad interessi di parte, colpì nella regione anche gli ordini religiosi e la zona di San Galgano non sfuggì a detta sorte. Per secoli l'intera area soffrì un totale abbandono con conseguente spopolamento della zona, causato principalmente dal mancato apporto economico fino allora prodotto dalle attività legate all'ordine religioso.
I poderi agricoli posseduti dall'ordine monastico passarono, a più riprese, in mani secolari e i nuovi proprietari, pur coltivando i terreni con finalità economiche, non diedero luogo a alcuna opera di restauro. La Seconda Guerra Mondiale, poi, contribuì in maniera considerevole al degrado del primitivo monastero, esso, infatti, divenuto osservatorio delle truppe alleate, subì anche l'ingiuria di un attacco di colpi di artiglieria da parte delle truppe tedesche in ritirata. Si dovettero attendere gli anni sessanta del secolo scorso per un'inversione di tendenza. Ciò avvenne quando Tommaso Cingolani, un avveduto ed illuminato imprenditore ne divenne proprietario. Egli si rese immediatamente conto della potenzialità dei luoghi ed essendo un tenace difensore dell'eredità storica tramandataci dalla cultura romanica e da quella medievale decise, sia pur in mezzo a molte difficoltà ed incomprensioni, a far rivivere i luoghi perché meritevoli dell'originario interesse, sottoponendo il vecchio monastero ad un completo restauro.
In ciò si avvalse della consulenza di alcuni tra i maggiori storici dell'arte Toscana, riuscendo a rendere i luoghi ancora una volta vivibili e godibili nel rispetto del progetto originario, reperendo, per rispettarne l'originalità, anche i materiali d'epoca necessari al restauro. Diede così luogo al restauro di ciò che oggi è nota come "La Cappella - Residenza di campagna".

Gli eredi, rispettosi delle sue volontà, ne hanno completato l'opera. Il suo restauro è stato completato nell'anno 2000. L'importanza monumentale de "La Cappella", vero gioiello dell'arte toscana, sollecita quotidianamente l'interesse di storici e studiosi, sempre alla ricerca di approfondimenti, nonché degli editori specializzati. Saggi aventi come soggetto l'edificio vengono spesso pubblicati nei quotidiani, nelle riviste nelle maggiori guide turistiche, nei calendari e nelle pubblicazioni di Storia dell'Arte. Anche la RAI, quale servizio pubblico, ha ripetutamente trasmesso, sia nei palinsesti televisivi culturali nazionali che in quelli regionali, servizi illustranti la zona di San Galgano. Così come i maggiori Istituti statali d'arte portano i propri studenti sulla collina di Montesiepi per una visita didattica.